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LA SANTITÀ DEI GIOVANI OGGI: L’EREDITÀ DI ACUTIS E FRASSATI

Il 7 settembre 2025 la Chiesa vivrà un momento storico: Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati saranno proclamati santi. Due figure molto diverse per epoca e stile di vita, ma...

Il 7 settembre 2025 la Chiesa vivrà un momento storico: Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati saranno proclamati santi. Due figure molto diverse per epoca e stile di vita, ma unite da un messaggio comune: la santità non è un privilegio per pochi, ma una possibilità concreta per tutti, anche per i giovani di oggi.

Ma cosa significa vivere la santità in un mondo iperconnesso, veloce e pieno di sfide come quello attuale?

Un linguaggio vicino ai giovani


La vita di Carlo Acutis ci ricorda che la santità non è fatta solo di gesti straordinari, ma si costruisce nel quotidiano. Questo ragazzo milanese, appassionato di informatica, aveva trovato nel web un mezzo per parlare di fede. La sua frase più famosa – “L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo” – continua a risuonare tra migliaia di giovani, che in lui vedono un coetaneo capace di vivere la spiritualità senza rinunciare alla modernità.
Pier Giorgio Frassati, invece, fu definito da Giovanni Paolo II “l’uomo delle otto beatitudini”. Alpinista, studente, amico generoso, si spendeva per i poveri e i bisognosi con naturalezza. La sua fede non era nascosta, ma si traduceva in azione concreta, nello sport, nello studio, nelle amicizie.
Due percorsi diversi, un unico insegnamento: la santità è possibile vivendo con autenticità e amore ogni giorno.


 
La santità nel quotidiano


Per molti giovani di oggi la parola “santità” può sembrare lontana, astratta, quasi irraggiungibile. In realtà, come insegnano Acutis e Frassati, essere santi non significa compiere imprese epiche, ma trasformare la vita di tutti i giorni in un dono.
È scegliere l’onestà a scuola e sul lavoro.
È prendersi cura degli amici, della famiglia, dei più fragili.
È avere il coraggio di andare controcorrente quando serve.
È coltivare la fede senza vergogna, anche in un mondo che spesso la mette in discussione.
La santità nei giovani d’oggi è fatta di piccoli gesti: un messaggio di incoraggiamento, una giornata dedicata al volontariato, un’ora di preghiera, un abbraccio sincero.

Giovani santi, per i giovani di oggi
Carlo e Pier Giorgio non erano “perfetti”: avevano passioni, limiti, sogni e difficoltà, proprio come ogni ragazzo o ragazza di oggi. Proprio per questo sono modelli credibili e vicini.
Nel 2025, durante il Giubileo dei Giovani, il loro esempio diventa ancora più attuale: due volti nuovi, due storie che testimoniano che si può vivere la fede senza rinunciare alla gioia, alla creatività, alla modernità.
In un tempo in cui i giovani cercano punti di riferimento autentici, la loro canonizzazione è un invito a guardare alla santità non come un ideale lontano, ma come una via concreta di felicità.
 

 
Santità: un invito per tutti


La canonizzazione del 7 settembre non riguarda solo chi parteciperà fisicamente in piazza San Pietro. È un messaggio che raggiunge tutti: ragazzi e ragazze, famiglie, comunità, credenti e non credenti.
Carlo e Pier Giorgio ci dicono che la santità è un percorso aperto a chiunque abbia il coraggio di vivere con amore, autenticità e speranza. Non si tratta di diventare “eroi religiosi”, ma di accogliere la vita con profondità, senza sprecare i giorni, senza smettere di credere nel bene.
 


Un segno che resta


Ogni pellegrinaggio, ogni evento importante lascia un segno. La canonizzazione di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati non è solo una celebrazione, ma una chiamata a portare nella vita di tutti i giorni un ricordo che accompagni il cuore e la fede.
Ecco perché anche un oggetto simbolico può diventare importante: non un semplice souvenir, ma un compagno di viaggio che ricorda un’esperienza unica.
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